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L’amica della mia ragazza

L`amica della mia ragazza

Lo ammetto: sono sempre stato fedele a Giulia. Ma i pensieri, beh i pensieri.. quelli corrono, tra un culo e l’altro, e la tradiscono senza sosta. Il tradimento con il pensiero ormai è la mia specialità, anche se un caso più di altri merita attenzione.

Si chiama Marianna, è la collega universitaria di Giulia, l’amica della mia ragazza. Medicina anche lei, sono abbastanza amiche con alti e bassi. Marianna è 1,70, capelli castani e labbra carnose, ha anche un bel naso importante ma soprattutto un culo che non può essere descritto, merita la contemplazione.

Quanto è accaduto l’altra sera andava oltre qualsiasi immaginazione. Intendo: oltre quelle fantasie che pensi possano realizzarsi.

1 maggio, tutti in villa di collina da Irene, siamo 8 e ben organizzati. Solita giornata vivace, barbecue, una suonata, un pò di carte. Poi l’alcool. Che in verità sin dal pomeriggio non scarseggiava.

Nel giro di poche ore siamo tutti un pò accesi, un pò stonati, la musica rimbomba, si sparge per campagne su fino al cielo stellato che sembra dissolverla in spirali infinite (immagini da ubriaco).

Insomma, tutti abbiamo le nostre camere. O almeno, sistemazioni occasionali. Nella matrimoniale ci siamo sistemati in 3: il lettone è stato gentilmente assegnato a noi coppia, poi c’è un divano con Marianna che alla fine ci conosce bene, quindi può stare con noi.

Tutto liscio? Macchè.

Alle 23.00 Giulia è in coma etilico a letto, io sono ancora in giro. E per qualche strana ragione sono arrapatissimo. Talmente infoiato che penso bene di andare in bagno a segarmi, con l’uccello che quasi mi sfonda le mutande e tira da far male. Mentre mi stantuffo ad occhi semichiusi davanti allo specchio, un sobbalzo: si apre la porta, che evidentemente non avevo chiuso, e vedo lei.

Lei.

Sono lì, con il cazzo che mi spunta dal pantalone di pigiama e palle enormi gonfiate dalla molla degli slip. E lei, Marianna, mi guarda. Ha una camicetta da notte niente male, le vedo i capezzoli puntuti. Sono di ghiaccio.

Veloce e secca esclama, con un’espressione di sorpresa ma forse di ammirazione:

“mmm!”

E chiude la porta.

Mi guardo allo specchio.

Cazzo! La sorpresa mi fa afflosciare, ma sento un fuoco ancora ribollirmi dentro…con che coraggio andrò in camera ora? Trascorro almeno 5 minuti in bagno senza far nulla, poi esco. Scappo in camera, e a letto, fingendo di non vederla.

Appena lei torna dal bagno, sistema le sue cose e sussurra:

“come va?”

“cosa?”

(parliamo pianissimo, anche se Giulia dorme profondamente)

“il problema di prima…l’hai risolto?”

“che problema?”

“dai…quel grosso problema…ed era veramente grosso…”

“ah…vabbè”

“come vabbè…ho cercato, niente tracce in bagno… per caso ti ho interrotto?”

“ma no..”

“eh mi sa di si…”

Proprio non riesco a cambiare argomento. E sembra che lo stato dei miei coglioni interessi alquanto a Marianna, terribilmente eccitante con quella camicetta in similseta che poco lascia all’immaginazione.

“siediti qua che svegli Giulia!”

Vado ai bordi del suo letto.

“ma come fate voi uomini in questi casi? Cioè…ora riesci a stare senza venire?”

“Beh…dipende..”

“Ti sto imbarazzando…scusami…”

Ma in quel momento mi accorgo che una mano (sono seduto) viene a contatto con la sua coscia (lei è distesa a fianco a me), e cerca di intensificare quel contatto, al quale lei non resiste. La vibrazione è tremenda, è come se un esercito di formiche o un fiume elettrico mi percorresse il corpo dai piedi alla testa. Il mio mini pantalone tradisce la cruda realtà: il cazzo è di nuovo di marmo, difficilissimo da nascondere viste le dimensioni.

“vedi…i maschi funzionano tutti allo stesso modo!”

“ah….scusami…ma…”

“figurati..è una cosa fisiologica… è il tuo corpo…ora devi sborrare, e chiaramente hai toccato me che sono una femmina..se dovessi seguire solo il tuo corpo ti direbbe di prendere la prima femmina che capita..”

“beh ma non c’è solo il corpo..”

“dici?”

A quel punto Marianna fa un movimento leggero, quanto basta per spostare un piede e toccare, con l’estremità dell’alluce, la punta rigonfia del mio cazzone turgido.

“cosa senti al contatto?”

“eh…non so se è il caso…”

“ssh…non preoccuparti…dimmi solo cosa senti!”

E inizia, con il piede, a percorrere l’asta dalla base alla cappella, dai coglioni al glande, con una carezza lenta e morbida, poi movimenti di punta delle dita, sempre delicati.

“mm… è piacevole..”

“aspetta…”

A quel punto sposta il secondo piede e lo usa a mò di morsa, con il primo, per segarmi lentamente. È un movimento voluttuoso e irresistibile, mi sembra di non aver mai goduto tanto con una sega.

Eppure…cosa sto facendo?

“Aspetta…forse è meglio se ti fermi…”

“Dai…non dobbiamo mica scopare…ti sto solo aiutando, mi sento in colpa per prima…e poi sssh altrimenti svegli Giulia!”

Come resistere? I sensi di colpa sono a 1000…ma il desiderio a 10000 li batte di gran lunga. E faccio un passo ulteriore. Un movimento secco e rapido, e sfilo via quel lembo di tessuto che separa le nostre carni. In parole povere, tiro fuori la minchia.

“mmm….è decisamente impegnativo..”

“dici?”

“così grosso non l’ho mai preso..”

“forse è meglio se andiamo in bagno…”

“No, se andiamo in bagno poi devi scoparmi…”

“mmm…”

A quel punto le stringo con le mani la morsa dei piedi e seguo i suoi movimenti, aiutandola nella sega che si fa più veloce e decisa. La porca, intanto, ha tirato su la camicetta. Vedo i suoi mini slip chiari, dai quali emerge la peluria della passera e il profilo delle grandi labbra, gonfie e sicuramente umide.

“sto impazzendo….sto per venire…”

“aspetta…”

Marianna si alza di colpo solleva la sotttana e tira giù quel tanto che basta le mutandine. È in piedi, davanti a me di spalle, ho il suo culo all’altezza della mia cappella rorida.

“segati dai, finisci..”

L’occhio corre verso Giulia, che ha il respiro profondo e quasi russa. La mia respirazione è affannosa, devo soffocare i mugolii, ma ho i coglioni troppo pieni e inizio a segarmi furioso con quel meraviglioso culo davanti a me, uno spreco non sfondarlo…

Si intuisce che sto per sborrare, decisamente. E Marianna vuole aiutarmi fino in fondo. Così, sorprendendomi, avvicina il suo culo quasi a toccare le mie mani, poi lentamente sono nel caldo abbraccio delle sue natiche, e mentre mi sego la mazza dalla base, lei sfrega il suo ano caldo contro la mia cappella. Fatale.

“ahhhh”

Un gemito sussurrato, soffocato. Poi un geyser caldo, di crema bianca e densa. Il secondo schizza più in alto e ricade sul culo di Marianna. Il terzo è un proiettile, che cola cremoso tra le belle natiche di lei.

“com’è caldo… mi sa che devo andare in bagno ora…”

“scusami…”

“no scusami tu…ero troppo vicina…. scappo…”

E senza neanche pulirsi il culo dalla mia sborra, Marianna corre in bagno, come un fulmine. Io mi ricopro, guardo Giulia a letto e mi sento terribilmente in colpa. Anche se…come potevo resistere a quel culo?

In seguito mi accorgerò di 2 dettagli.

1) Il pavimento tradiva una vistosa gocciolata di sborra rappresa, lasciata evidentemente da Marianna;

2) Non ho mai visto Marianna tornare dal bagno perchè dopo un pò (magari 20 minuti o più) ho preso sonno.

Il giorno dopo ci guardavamo come se nulla fosse accaduto. Ma in un momento morto, mentre Giulia era lontana, Marianna mi ha sussurrato qualcosa all’orecchio:

“Ieri in bagno sono rimasta mezz’ora. Ho leccato tutto. E poi ho goduto”.

Fine. È andata via, siamo andati via.

Come sarebbero cambiate le cose in seguito?

 

 

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